oggi, per prima cosa, ho fatto gli auguri al mio gatto.
non perché sia il suo compleanno (il mio Toto è un trovatello arrivato da chissà dove in condizioni decisamente precarie ormai 6 anni fa), nè perché sia il suo onomastico (all’anagrafe fa Micio, grande slancio di fantasia dovuto al fatto che il padrone di casa, alias mio padre, aveva dichiarato “basta gatti in questo posto”, e quando ormai il pupo di 5 kg si era definitivamente installato sul divano di cambiargli nome non c’è stato verso, rispondeva solo a “micio”).
gli auguri non erano neanche dovuti alle sonore fusa che il suddetto faceva sulle mie ginocchia. è una cosa che si ripete ogni giorno, a mattina e a sera.
no. il punto è che oggi è la festa dei gatti. e ieri la stampa, oops, pardon, la Zampa, è uscita con un bell’articolo da tempo libero dal titolo Meglio un gatto del fidanzato.
parole sante, dicono le gattofile con o senza fidanzato.
ma adesso non stiamo a sciorinare i comuni mortali, il cui pensiero è sempre opinabile, ma tiriamo avanti con un paio di piccoli esempi non tanto da comuni mortali:
Colette, che diceva
a scegliere la compagnia di un gatto si corre solo il rischio di diventare più ricchi
a Doris Lessing, nota gattofila e scrittrice, di cui è uscito per Archinto un meraviglioso librettino, La vecchiaia di El magnifico.
altre citazioni? divertitevi (o stomacatevi se non sopportate i gatti) qui.
ma se siete lettori più sottili e volete qualcosa di più strutturato, senza però leggervi mattoni di etologia che leggerebbero solo i veterinari o gli psichiatri per animali, fate come me.
a Natale ho regalato a mio padre un saggio di Carl van Vechten, personaggio mica male, giornalista, scrittore, fotografo, patrono dell’Harlem Reinassance ed esecutore testamentario di Gertrude Stein. nel 1920 ha pubblicato un libro, Una tigre in casa, che è un vero e proprio saggio antropologico (o felinologico) sulla storia del gatto. o meglio sul gatto nella storia dell’uomo. il libro negli anni venti era un best seller, e in italia lo ha ripubblicato Elliot.
inutile dirvi che ho regalato il libro a papà unicamente per leggerlo io. questo sì che è amore filiale 😉
b r a v a, i mici ringraziano
ciao
Concordo. I gatti per me sono anche meglio dei cani più mistici ed enigmatici.
…Fino a quando arrivano i figli e allora si trasformano in fratelli e sorelle viziati e parecchio rompi scatole che ti svegliano nel cuore della notte proprio quando i piccoli dormono beati…………