in realtà doveva essere uno di quei post stupidi che però allietano la giornata. perché ne ho veramente bisogno dopo 5 giorni a tradurre interviste audio in francese o in inglese di intellettuali politicamente impeganti che vengono dall’egitto, dalla tunisia e dalla palestina (potreste sentire il mio duro lavoro su Radio popolare, dove attualmente sto staggiando o stageando, come preferite).
allora ho deciso di iniziare cercando su google quanti risultati mi escono se scrivo Ode alle patate fritte, (che tra parentesi, speravo di mangiare stasera insieme alla bistecca di pollo, mi dovrò accotentare invece di spinacini e puré).
il risultato mi ha lasciato di stucco. perché sono di un’ignoranza ripugnante.infatti in cima ai risoltati di google c’era questo
Ode alle patate fritte
Scoppietta
nell’olio
friggendo
l’allegria
del mondo:
le patate
fritte
entrano
nella padella
come nivee
piume
del cigno del mattino
ed escono
semidorate dalla crepitante
ambra delle ulive.
L’aglio
aggiunge ad esse
la sua terrena fragranza,
il pepe,
polline che attraverso’ le scogliere,
e
vestite
a nuovo
con abito d’avorio, riempiono il piatto
ripetendo l’abbondanza
e la saporita semplicità della terra.
l’autore di questa delizia?Pablo Neruda
la mia ignoranza non ha confini, certo, ma da una boutade ne è uscita una cosa nuova. ho imparato qcs. sono meno ignorante. e io e Neruda abbiamo una cosa in comune.
son soddisfazioni!
ps: no, tranquilli, somiglianze non ne vedo, datemi tempo.