Solo una Corte Ebraica potesse rendere giustizia agli Ebrei, ed era compito degli Ebrei porre a giudizio i propri nemici. Da qui la quasi universale ostilità degli Ebrei alla sola menzione di una corte di giustizia internazionale che avrebbe giudicato Eichmann, non per crimini “contro il Popolo Ebraico”, ma per crimini contro l’umanità commesse sui corpi del Popolo Ebraico
La banalità del Male
Yad Vashem, il museo di Israele sull’Olocausto, ha annunciato di aver trasferito su You Tube oltre 400 ore di immagini del processo al criminale nazista Adolf Eichmann che si tenne a Gerusalemme nel 1961/62. È possibile per tutti vedere i filmati delle udienze, con le dolorose testimonianze rese dai sopravvissuti dei lager, e vedere Eichmann, il “burocrate dello sterminio”. Il progetto rientra fra le varie iniziative pubbliche, accademiche, informative e di rievocazione promosse in Israele, in Germania e in altri Paesi.
La diffusione dei filmati del processo Eichmann su Youtube è parte di un più ampio progetto varato a gennaio dallo Yad Vashem e Google per facilitare, grazie alla rete, la preservazione e l’accesso del pubblico al più grande archivio di documenti sull’Olocausto. Il museo ha anche creato uno spazio apposito nel suo sito per il processo Eichmann che raccoglie informazioni, articoli, video, commenti e interviste per commemorare il 50mo anniversario di uno dei processi più importanti del XX secolo, iniziato a Gerusalemme l’11 aprile del 1961.
Adolf Eichmann fu rapito in argentina l’11 maggio 1960 da un commando del Mossad. Il criminale nazista viveva a Buenos Aires da una decina di anni, sotto il nome di Ricardo Klement (o Clement), ed era accusato di essere l’artefice e l’esecutore dei piani di sterminio di sei milioni di ebrei. Eichmann venne portato in segreto in Israele dove fu processato e condannato a morte il 15 dicembre 1961. Venne impiccato il 31 maggio 1962, dopo che le sue domande di grazia vennero respinte dal presidente dello stato di Israele Yitzhak Ben Zvi.
Per molti israeliani il processo Eichmann – le cui udienze furono trasmesse in diretta dalla radio – fu il primo contatto ravvicinato con la Shoah. Infatti fu il primo processo a un criminale nazista che si svolse in Israele e che diede via a un tormentato dibattito, che coinvolse anche i vertici politici e culturali del Paese, tra chi, come il politico David Ben Gurion, chiedeva l’attuazione della sentenza e i fautori della clemenza.
Questo processo è stato raccontato da Hanna Arendt che ne fece una serie di 5 reportage per il New Yorker dal titolo Eichman in Jerusalem – A Report on the Banality of Evil, pubblicato in Italia con il titolo La banalità del male.
Analisi antropologica di cosa spinge l’uomo a fare il male, e che porta la Arendt a una conclusione:
tutti, in determinate circostanze avremmo agito come Eichman. tutti saremmo diventati dei burocrati del regime, ragionieri dell’olocausto.
il dibattito su questa conclusione della filosofa ebrea naturalizzata americana è tuttora in corso. ma voi leggete direttamente il libro.
io l’ho letto anni fa, avevo 16 anni e l’ho trovato in casa… e l’ho trovato inquietante, perché sì, bisogna ammetterlo, il male (ma fino a quali estremi?) potremmo farlo anche noi.

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