ieri mattina mia madre ha avuto un lapsus illuminante.
forse la ragione erano le 6:40 della mattina, (altro che le “due e un quarto che ora bestiale” della cara Molly), ma anziché dire “ti apro Mozilla” ha detto “apro Godzilla”
nella mia mente ottenebrata dal sonno ho visto il lucertolone che distrugge Tokyo. e da lì i miei cortocircuiti mentali hanno iniziato a galoppare:
C’era una volta Godzilla.
Era il tempo in cui le angosce collettive si esprimevano in metafore. negli stati uniti il pericolo comunista era un’invasione degli ultracorpi. baccelli che rendono l’essere umano un guscio vuoto ed eliminano la persona. Altro che bozzolo confortevole!
La stessa america in cui una nuova caccia alle streghe è assimilata a quella vecchia in un crogiuolo in cui si mescolano rancori e pregiudizi.
era il tempo in cui un lucertolone colpito da radiazioni sorgeva dal mare e distruggeva una Tokyo di cartone. ancora e ancora. come un giorno una cosa talmente effimera come un lampo di luce ha piegato un’intera nazione, costringendo un dio a scendere dal suo trono di crisantemo. e questa è stata solo la più piccola delle conseguenze di quel gesto.
siamo ancora capaci di metafore? non lo so. ma stasera ho la certezza di cosa voglio vedere. Strangelove
ho deragliato troppo? forse. ma é questo il bello del blog.
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