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Posts Tagged ‘idiosincrasie’

oggi cosa propone la fiera?

lascio perdere il miniventaglio di offerte, che comunque trovate sul sito, e vi segnalo un’occasione unica.

Forse l’autore migliore che io abbia letto nell’ultimo anno. considerato fra i più grandi scrittori inglesi… peccato che scriva libri per ragazzi, dicono alcuni. ma

ma io sono una fervida seguace dei libri per ragazzi. e quelli di David Almond sono, per temi e profondità, spesso più incisivi di moltri altri libri, per aldulti e di letteratura “seria” (nota a margine: ma siamo poi sicuri che la letteratura per ragazzi non sia seria?). è stto insignito anche dell’Andersen Award

Almond presenta il suo ultimo libro. La storia di Mina. Mina è un personaggio che conoscevo già e il suo diario mi ha permesso di scoprire le meraviglie di quella ragazzina. quanto sono Mina, o quanto lo sono stata? la fantasia, gli animali, la scrittura… perché non ho inventato anch’io le ATTIVITA’ STRAORDINARIE che mi sono piaciute così tanto? o, se le ho inventate anch’io,  magari sotto un altro nome, dove le ho abbandonate?

certo non ho la presunzione di dire che erò così originale, così profonda, così curiosa e così capace di appropiarsi, a modo suo, delle cose. di rendere il mondo magico.

ma la cosa più bella di almond è che tutti i bambini, per lui, hanno questa possibilità. leggete La storia di Mina, leggetela.

e se volete una preview, sul sito personale di David Almond è disponibile il pdf in inlgese del primo capitolo Moonlight, Wonder, Flies & Nonsense. e devo dire che il carattere scelto dall’editore inglese è delizioso, sembra proprio il diario scritto da una bimba in stampatello. invece Salani ha optato per il suo carattere standard e, nel confronto, l’edizione italiana perde in qualità e freschezza. ma è comunque stupendo.

e se, arrivati all’ultima parola del libro, siete curiosi di sapere come va avanti, andate a prendere SKELLIG:

Lo trovai nel garage un sabato pomeriggio […]. Era disteso al buio dietro le casse, nella polvere e nella sporcizia. Era come se fosse lì da sempre. Era lurido, pallido e secco e credevo che fosse morto. Mi sbagliavo di grosso.

chi è o cosa è Skellig? perché è nascosto nel garage della casa in cui Michael e i suoi genitori si sono appena trasferiti. e oi c’è la bambina appena nata, la sua sorellina, che ha problemi, altri problemi con la scuola e i compagni e la piccola vicina… si chiama Mina…

Skellig è il libro più famoso di David Almond, ne è stato tratto anche un film con Tim Roth. è una storia toccante e magica. non fatevi spaventare da questa parola. come ci insegna Mina, la magia è in tutto.

ultimo libro di Almond finora tradotto in italiano  è Argilla. racconto inquietante e affascinante su bene e male, religione e scelta. mentre lo leggevo mi stupivo di come una storia per ragazzi, o etichettata come tale, riuscisse a dire così tanto sulla morale, sulla fede, sul peccato e sull’ineguatezza, sulla diversità e su come questa possa essere diversamente orientata a seconda dell’uso che noi ne facciamo.

E vedo l’uomo muoversi. Le membra si contraggono, la testa si volta e guarda Stephen Rose negli occhi.

inquietante, Argilla  (Clay è il titolo inglese) con i suoi rimando al Golem e il suo racconto che echeggia dei toni dell’Isola del tesoro per come il narratore si pone nei nostri confronti. e, come in quel meravigoso romanzo di Stevenson, l’aspetto più inquietante è quello che il male, oltre a somigliarci e a non apparirci tale da subito, a blandirci e sedurci, il male alla fine riesce a sfuggire. e si aggira ancora intorno a noi.

noto che ho scritto un papiro, ma quest’autore ne vale la pena, e ho solo toccato la punta dell’iceberg. correte a leggere i suoi libri, come ha fatto il buon nick hornby. correte e correte. e sperate che ne arrivino altri

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l’apertura è del salone.

l’assenza è mia. ok, di questa se ne sente poco la necessità. ma per me è tremendamente frustrante non essere in un posto:

  • pieno di libri
  • pieno di gente che parla di libri (nel bene e nel male, ne sproloquia ecc ecc)
  • in cui partecipare a conferenze su letterature, scoprire cose nuove

certo, non sono del settore. non editoriale nè giornalistico, nè del dipartimento critica e critiche. ma, per lo spunto di questo blog, questa manifestazione è cruciale.

magari sarà solo per i 150 anni, ma se ne sente parlare da un po’. e La Stampa dedica una sezione apposita (La Stampa.it: Salone del Libro 2011), con oggi anche un gustoso articolo di commento di Marco Belpoliti sui libri del 150° dell’unità d’italia.

come ogni lista è opinabile, ma certo Belpoliti coglie nel segno quando dice che è un cencelli. e che per gli anni dal 1980 in poi guarda più alle vendite che ad altro. (durante la lettura, a un paio di commenti ho lanciato un “Belpoliti ti ADORO!”, al che sguardo altamente perplesso dei miei compagni/colleghi).

ma cosa c’è che nel  programma di oggi mi fa aguzzare le orecchie? ecco:

  • Main stream. Le nuove schiavitù: i consumi di massa Incontro con Frédéric Martel giovedì 12.05.2011 13.00 h Sala Rossa  Interviene: Stefano Salis
  • Traduttori: la cultura in movimento – Paese ospite: la Russia.  Conferenza giovedì 12.05.2011 14.30 h Sala RussiaIntervengono: Margherita Crepax, Emanuela Guercetti, Ghennady Kiselev, Evgenij Solonovic. Coordina: Elena Kostioukovitch
  • Italia 150 In viaggio con le Fiabe italiane di Italo Calvino – Bookstock Village  giovedì 12.05.2011 15.30 h

a domani, e, se potete, godetevi la fiera.

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regalatemi una rosa e io vi darò un libro.

così si usa alla festa di San Giorgio, e mi ricordo che una volta, capitata per caso a Barcellona a san jordi, con le ramblas in doppia festa e rose e libri ovunque, mi è capitato di incontrare Sepulveda.

allora non sapevo ancora cosa era la festa. e che sarebbe stata scelta come data per la giornata mondiale del libro e della lettura.

di cui onestamente non sta quasi parlando nessuno… che strano! (spero che il sarcasmo si noti)

comunque, in questo giorno in Spagna gli uomini regalano una rosa e le donne un libro… a chi il regalo più prezioso? certo se mi regalate una rosa rossa in non vi do mica il Manuale delle giovani marmotte. ma se facciamo il contrario, e voi mi regalate un libro… basta che non sia “101 modi per avere una casa perfetta” o simili tipo il manuale della perfetta housewife, perché dubito di avere un tavolo che balli abbastanza per rendere il suddetto libro utile.

certo, se dovessi regalare dei libri potrei scegliere fra molti: alla mia compagna di musei parigini potrei regalare la copia inesistente del catalogo completo del louvre. probabilmente l’enciclopedia britannica al confronto è un bigino.

alla mia edimburghese prediletta un maximanuale sull’organizzazione del matrimonio, ma che sia divertente, però. e che accluda anche una carta di credito magica che paghi tutte le spese! …ma forse è meglio fermarsi con i libri immaginari, e ritornare coi piedi per terra (ma siamo sicuri che posso farlo, dopo aver appena posato quelle montagne russe che non sono i Midnight’s Children  di Rushdie?)

allora torniamo alla mia prosaicamente poetica ROSA.

E QUI HO UNA RICHIESTA DA FARE: lo so, non si dovrebbe, perché a caval donato non si guarda in bocca. ma, per favore, mi regalate una Santana? rossa e profumata, come quella che cresce nel giardino della mia infanzia.

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Un unfinished novel ?

sottotitolo. del romanzo e del post… e il punto di domanda è solo mio.

perché oggi faccio l’aggregatore. che è poi, in sostanza, quello che ha fatto Bonnie Nadell, l’editor di Wallace, quando, scoperti fogli e fogli dell’incompiuto di Wallace, ha deciso di dotarsi di certosina pazienza e di connetterli, assemblarli, editarli… magari in attesa di un volume dell’enciclopedia britannica dal titolo: all the papers left in his garage by DFW. Voyeurismo a gogò di cui sarei una vittima sicura.

L’editor aveva un compito molto arduo. no, precisiamo, si è assunto un compito molto arduo, direi quasi impossibile. cercare di dare forma a ciò che, forse, aveva forma solo nella testa di Wallace. e di cui resta una sola certezza: non sapremo mai cosa The Pale King avrebbe potuto essere alla fine della sua stesura (sappiamo, tra l’altro che Wallace era un perfezionista estremo, e che avrebbe dato alle stampe il testo solo quando ne sarebbe stato totalmente certo).

derto sappiamo cosa era The Pale King in quel preciso momento della sua stesura. una stesura disordinata, non cronologica, fatta di salti e rimbalzi, paragrafi interrotti e situazioni in fieri. una stesura che si è interrotta.

oggi faccio anch’io da aggregatore, e vi segnalo un po’ di recensioni. meditateci sopra. e vi consiglio di iniziare dal primo, lungo articolo del times, che spiega proprio la genesi di questa pubblicazione:

Times: Unfinished Business

New York Times: David Foster Wallace: the Last Audit

The Sunday Times: David Foster Wallace’s less-than-final text

The Huffington Post: New David Foster Wallace Novel “The Pale King” Renews Debate About Posthumous Books

Guardian: In search of David Foster Wallace’s Pale King

The Washington Post: David Foster Wallace’s ‘Pale King’: Plot takes back seat to mood and ideas

The Independent: The Pale King, By David Foster Wallace

The Daily Beast: The David Foster Wallace Generation

Edizione americana di The Pale King

Edizione inglese di The Pale King

(non so se l’avete notato, ma la dicitura Un Unfinished Novel c’è unicamente nell’edizione inglese…)

nonostante tutto, se fossi un autore, non so se preferirei vedere le mie carte, all my unfinished business, dati alle stampe oppure, come in una vecchia novella, dire “Roba mia, vientene con me!”.

magari davanti a un bel falò…

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